RITUALI
La sera è un corrimano in salita
un oracolo addormentato all’alba
fra le pieghe di nebbie irrisolte
C’è questa fame di parole che mi segue
come una bocca dentata che chiede
che chiede
che chiede, che chiede
omicida
Un rituale su perimetri di discorsi
verità protese
spazi inviolati dove allevarmi i silenzi
Una vocazione inferma
irrisolta
una continua ricerca d’immagini
senza spigoli né rotondità
solo astrazione delusa
Cuciture su cuciture da protocollare
con le unghie in adorazione estrema
di tasti uguali
di continuo simili a ieri, a domani
monotoni nella parodia del rivelare senza dire
Silenzi e poi altri fino a fare chiassi inespressi
sfumature
ghirlande senza fiori precisi
incostante collisione di cadermi addosso
Piogge su piogge
e mi muovo immobile
con la muta castrazione del limite
e mai trovo poesia
Non ho compassione nelle mani
né spazi vuoti per riempirli di parole
solo orme
dolori nascosti fra i cassetti
della perseveranza scettica
Dei Poeti, amo i timori
la nobiltà delle ferite
rivestite di magnolie
Marina Minet, da Le frontiere dell’anima 2006
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