«Non ho mai fatto il poeta di professione. Non ho mai capito come lo si possa fare, giacché ho sempre pensato che l’esser poeti sia, prima di tutto, una qualità quasi fisiologica… Non ho segreti di mestiere da svelare, perché per la poesia non ce ne sono, e ognuno sceglie gli strumenti che gli tornano meglio.

Poesia significa in primo luogo libertà: libertà e disobbedienza di fronte a ogni forma di sopraffazione o di annullamento della persona; di fronte a ogni forma di irreggimentazione o, peggio, di massificazione.

Il poeta è un minatore: va giù nelle viscere dell’io e, miracolosamente, torna alla superficie con poche, lucenti, pepite».

Giorgio Caproni, dal discorso tenuto all’Università di Urbino nel 1984, pubblicato poi in “La scatola nera” nel 1996

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